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tutto quello che avreste voluto sapere sulle schiume... ma non  avete mai osato chiedere

Di seguito una lista di domande frequenti sugli schiumogeni antincendio. Non è mai troppo tardi per imparare... "sapere è potere", la fondata conoscenza di una disciplina è il presupposto per utilizzarla al meglio.

Quali sono i principali standard internazionali per gli schiumogeni antincendio?
EN-1568:2018: lo standard europeo, diviso in quattro parti, che verifica criticamente una schiuma sia per la velocità di estinzione che per la resistenza alla riaccensione, in acqua di mare e acqua potabile (dolce).
  • La parte 1 si applica alla schiuma a media espansione da utilizzare su liquidi immiscibili con acqua.
  • La parte 2 si applica alla schiuma ad alta espansione da utilizzare su liquidi immiscibili con acqua.
  • La parte 3 si applica alla schiuma a bassa espansione da utilizzare su liquidi immiscibili con acqua. Ai concentrati vengono assegnati livelli di prestazione, ovvero classificazione 1+-3 per la velocità di spegnimento e A-D per la resistenza alla riaccensione. 
  • La parte 4 si applica alla schiuma a bassa espansione da utilizzare su liquidi miscibili con acqua.  Ai  concentrati vengono assegnati livelli di prestazione, ovvero classificazione1-2 per la velocità di spegnimento e A-C per la resistenza alla riaccensione. 1A è la classificazione più alta ottenibile.
I prodotti approvati EN 1568 non vengono monitorati dopo l'accreditamento.

UL162 è un metodo di prova riconosciuto a livello internazionale eseguito dall'UL (Underwriters Laboratory), un'organizzazione indipendente senza scopo di lucro​. Il risultato finale della prova é positivo o negativo.
I prodotti elencati UL vengono monitorati con campioni inviati a UL ogni 3 mesi per i test di conformità. Ciò garantisce che la schiuma fornita sia la stessa formulazione originariamente testata - nessun altro standard di test richiede questo monitoraggio. Gli schiumogeni omologati sono pubblicati sul sito UL.com (https://www.ul.com/resources/apps/product-iq)

ICAO (International Civil Aviation Organization) è la norma di riferimento per gli aeroporti/eliporti civili. Prevede 3 livelli di certificazione in base all'applicazione specifica (Livello A, B, C). 
I prodotti approvati ICAO non vengono monitorati dopo l'accreditamento.

IMO - (International Maritime Organization) - si basa su tre standard di prova: 
  • MSC.1/ Circ. 1312: liquidi schiumogeni a bassa espansione (idrocarburi)
  • MSC. 798: liquidi schiumogeni a media espansione (idrocarburi)
  • MSC. 670: liquidi schiumogeni ad alta espansione (idrocarburi) 
Questi standard garantiscono che la schiuma sia adatta:
  • all’utilizzo con acqua di mare:  la soluzione schiumogena verrà preparata con acqua salata
  • al condizionamento della temperatura (invecchiamento accelerato): le navi cambiano clima in continuazione e questo può determinare un precoce decadimento dello schiumogeno concentrato
IMO suddivide gli schiumogeni antincendio in 2 categorie:
  • Type A: “Alcohol Resistant o Multipurpose” 
  • Type B: tutti gli schiumogeni non resistenti agli alcoli
​Per ulteriori informazioni,  www.imo.org 

​MIL-F-24385 è una specifica di prova militare USA che testa molto criticamente gli AFFF, sia per la velocità di estinzione che per la resistenza alla riaccensione, in acqua di mare e acqua potabile (dolce). E' la norma di riferimento per gli aeroporti/eliporti ​militari USA e le basi NATO.
Il test è simile alla EN1568 ed è un test molto costoso da eseguire! I prodotti vengono testati alla % di diluizione definita dal produttore e al 50% di tale % (es. un 3% viene sottoposto alle stesse provato ma miscelato all'1,5%). Questo rende i prodotti certificati MIL-F-24385 i più performanti in assoluto. Gi schiumogeni certificati sono pubblicati online sul sito del Ministero della Difesa USA (https://qpldocs.dla.mil/search/parts.aspx?qpl=1910)

Reach e CLP
Il Regolamento (CE) n.1907/2006 concernente la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche (REACH) e l'istituzione dell'Agenzia europea per le sostanze chimiche. Il Regolamento (CE) n.1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio approvato il 18 dicembre 2006, denominato regolamento "REACH" (acronimo di "Registration, Evaluation, Authorisation and restriction of CHemicals"), prevede la registrazione di tutte le sostanze prodotte o importate nell'Unione europea in quantità maggiori di una tonnellata per anno.Dall'entrata in vigore del regolamento REACH sono stati pubblicati numerosi aggiornamenti dei suoi allegati, per poterli consultare visita la sezione Normativa europea
Il 20 gennaio del 2009 è entrato in vigore il Regolamento (CE) n. 1272/2008 (regolamento CLP dall’acronimo di Classification, Labelling and Packaging) relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele. Insieme al regolamento REACH, il regolamento CLP porta a compimento la revisione del sistema legislativo europeo sulle sostanze chimiche.
Tensioattivi fluorurati e PFOA
I tensioattivi fluorurati sono sostanze chimiche fluorurate sintetiche con catene di carbonio di lunghezza variabile, progettate per abbassare la tensione superficiale dell'acqua. Sono utilizzati nella fabbricazione di molti prodotti, compresi gli schiumogeni antincendio. Il PFOA - una sostanza chimica chiamata acido perfluoroottanoico - è un sottoprodotto non intenzionale del processo di produzione dei telomeri utilizzati nella produzione di tensioattivi fluorurati.

Il PFOA è una sostanza chimica artificiale con una lunghezza della catena di carbonio di 8 atomi ed è tossica, bioaccumulabile e molto persistente. Il PFOA è stato trovato a livelli molto bassi nell'ambiente, nel sangue della popolazione generale dal 1960 e ha dimostrato di causare effetti negativi negli animali da laboratorio.

Nel 2003, la EPA - Environmental Protection Agency negli Stati Uniti - ha formato un gruppo di lavoro sui tensioattivi fluoruati e ha concluso che: 
  • i tensioattivi fluorurati con una lunghezza della catena di carbonio maggiore di C6 potrebbero potenzialmente degradare e formare PFOA e sarebbero quindi classificati come tossici per l'ambiente;
  • i tensioattivi fluorurati con una lunghezza della catena di carbonio di C6 o inferiore non possono degradarsi in PFOA.
In risposta a questa ricerca e con l'obiettivo di ridurre il potenziale globale di esposizione umana al PFOA, nel 2005 l'EPA ha costituito il PFOA Stewardship Program 2010/15.
Cos'è il Programma di Stewardship PFOA 2010/15?
Lo Stewardship Program PFOA 2010/15 ha chiesto a tutti i produttori di fluorotelomeri a catena lunga e altri composti fluorurati a catena lunga (LCPFC'S), inclusi i tensioattivi utilizzati nella produzione di liquidi schiumogeni concentrati antincendio, di interrompere volontariamente, entro la fine del 2015, la produzione e l'uso di composti fluorurati con una catena di carbonio maggiore di C6.
Tutti i produttori europei e mondiali (ad esclusione di Russia e Cina) hanno aderito a questo programma, il che significa che in questi paesi i composti fluorurati con catene di carbonio maggiori di C6 non sono più utilizzati.
Ad oggi i tensioattivi fluorurati C6 non sono vietati, tuttavia il Regolamento (UE) 2017/1000 della Commissione Europea, del 13 giugno 2017, recante modifica dell'allegato XVII del regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH) per quanto riguarda l'acido perfluoroottanoico (PFOA), i suoi sali e le sostanze correlate al PFOA, ha limitato il contenuto di PFOA in <25ppb nel tensioattivo florurato.
Schiumogeni e compatibilità
Gli standard più importanti per gli impianti fissi a schiuma - NFPA 11: 2016 e EN-13565:2019 - forniscono le seguenti raccomandazioni:
NFPA 11:2016:
  • "Marche diverse dello stesso tipo di concentrato non devono essere mescolate a meno che i dati non siano forniti dal produttore ... per dimostrare che sono compatibili." (Par. 4.4.1.2);
  • "Diversi tipi di concentrati di schiuma non devono essere miscelati per la conservazione." (Par. 4.4.1.1);
EN-13565:2019 (Par. 4.3.1):
  • prodotti di tipo e marche diversi non devono essere mescolati a meno che non sia stata determinata la compatibilità attraverso prove
  • se lo schiumogeno cambia, la classificazione EN-1568 dovrà essere uguale o superiore a quello sostituito, o superiore alle prestazioni minime specificate nella progettazione del sistema
Secondo la NFPA 11:2016 è possibile miscelare schiumogeni concentrati della stessa qualità e tipo di fornitori diversi, a condizione che il fornitore presenti un certificato di compatibilità tra i prodotti.
Il test di compatibilità consiste in:
  • ciclo di invecchiamento (congelare / scongelare secondo EN1568)
  • valutazione delle proprietà fisiche
  • prova a fuoco 
​Schiumogeni sintetici (Hi-Ex, AFFF, AFFF-AR, Classe A) e proteinici (P, FP, FP-AR, FFFP) non devono MAI essere mischiati e sono totalmente incompatibili.
Come conservare gli schiumogeni
Gli schiumogeni antincendio concentrati si conservano meglio se mantenuti nei contenitori originali sigillati. Sono inoltre adatti allo stoccaggio in contenitori e serbatoi realizzati in:
  • Acciaio inossidabile (tipo 304L o 316L)
  • Polietilene reticolato ad alta densità
  • RFP - Solo resina epossidica vinilestere
Per prolungare la durata di qualsiasi schiumogeno, evitare l'esposizione a temperature estreme e prevenire la contaminazione da materiali estranei.
Il certificato di analisi
Il certificato di analisi che deve accompagnare ogni lotto consegnato, dovrà riportare, come specificato dalla normativa EN-1568:2018, i seguenti dati:
  • Aspetto: il sedimento visibile indica contaminazione (probabilmente dovuta a cattive condizioni di conservazione). Il cambiamento di colore, rispetto alle specifiche del produttore, potrebbe indicare la contaminazione da un diverso tipo di schiuma o la degradazione del concentrato. Un liquido non omogeneo suggerisce un grave decadimento.​
  • Peso specifico: la variazione del peso specifico, rispetto alle specifiche del produttore, indica se uno schiumogeno concentrato è stato diluito o, nei climi caldi, il concentrato ha subito evaporazione.
  • pH: la variazione del pH, rispetto alle specifiche del produttore, può essere causata da una o tutte le seguenti condizioni:
    • Degradazione del prodotto
    • Contaminazione del prodotto
    • Decomposizione biologica
  • Viscosità: Una viscosità ridotta, se confrontata con le specifiche del produttore, può essere un segno di diluizione e / o degradazione. Una viscosità eccessivamente alta può influire la miscelazione ed erogazione.
  • Tensione superficiale/interfacciale: la tensione superficiale indica quanto velocemente la schiuma si “diffonderà” sulla superficie di un incendio. La variazione della tensione superficiale, rispetto alle specifiche del produttore, può influire sulle prestazioni.
  • Punto di congelamento: la temperatura di comgelamento di uno schiumogeno viene determinata dal produttore presa nel punto di transizione tra la fase liquida omogenea e la formazione di cristalli. Le variazioni del punto di congelamento, rispetto alle specifiche del produttore, possono indicare la diluizione o la contaminazione del concentrato.
  • Espansione: il rapporto di espansione è il rapporto tra la schiuma prodotta e il volume della soluzione utilizzata per generare quella schiuma, ovvero Espansione = Volume di schiuma / Volume di soluzione di schiuma.
    L'espansione è correlata non solo al concentrato, ma alla temperatura, alla qualità dell'acqua, all'attrezzatura per la produzione di schiuma e alla procedura di prova, parametri che devono essere verificati ad ogni prova. Allo stesso modo, è necessario utilizzare sempre l'attrezzatura standard per la produzione di schiuma e la procedura di raccolta per confrontare i risultati ottenuti. La variazione di espansione, rispetto alle specifiche del produttore, può influire sulle prestazioni.
  • Tempo di drenaggio 25%: è la velocità con cui l'acqua drena da una schiuma ed è quindi una misura critica della stabilità di una schiuma. I laboratori di prova della schiuma misurano il 25% del tempo di drenaggio come indicato dalle normative. Questo è il tempo impiegato dal 25% del contenuto d'acqua per drenare da una schiuma. La variazione del drenaggio del 25%, rispetto alle specifiche del produttore, può influire sulle prestazioni.
  • Sedimenti: possono derivare da:
    • Degradazione
    • Contaminazione
    • Miscela di schiume incompatibili
  • ​Capacità di estinzione (Livello classificazione EN1568 1+/1/2/3): il livello di estinzione indica la velocità di spegnimento dell'incendio. I tempi indicati nel certificato di analisi dovranno essere conformi ai livello di classificazione indicato nel certificato di conformità del prodotto.
  • Resistenza alla riaccensione (Livello classificazione EN1568 A/B/C/D: indica il tempo di resistenza della schiuma alla riaccensione provocata dai vapori del combustibile. I tempi indicati nel certificato di analisi dovranno essere conformi ai livello di classificazione indicato nel certificato di conformità del prodotto.
Biodegradabilità: è meno inquinante un FFF o AFFF?
Lo schiumogeno migliore è quello che spegne prima l'incendio!
Tutte le schiume inquinano in quanto contengono un'ampia gamma di sostanze chimiche inquinanti come detergenti, tensioattivi e solventi. Ma serve ricordare che anche il deflusso dell'acqua usata per spegnere è inquinante, poiché trascina con sé tutti i contaminanti.
Ma bisognerebbe sempre usare la schiuma antincendio più adatta al rischio specifico! Ecco una piccola guida:
​Rischio                                            AFFF C6          FFF (F3)
Incendi massivi idrocarburi                                           ✓                           ✗
Incendi polari/solventi                                                     ✓                           ✗
Raffinerie, terminal petroliferi                                       ✓                           ✗
Complessi petrolchimici                                                 ✓                           ✗
Aeroporti civili e militari                                                   ✓                           ✗
Incendi di profondità                                                        ✓                           ✗
Incendi di sversamento                                                  ✓                           ✓
Incendi municipali, VVF                                                   ✓                          ✓(*)
Addestramento                                                                  ✗                            ✓
(*) Classe A è FFF
Biodegradabilità: BOD e COD
Il rapporto tra BOD / COD è un test di laboratorio per determinare la biodegradabilità di una sostanza chimica nell'ambiente.
Viene eseguito misurando la massa di ossigeno che una sostanza chimica rimuove dall'acqua. Una riduzione dell'ossigeno nell'ambiente marino può essere un potenziale problema poiché qualsiasi rimozione di ossigeno dall'acqua può influire negativamente o addirittura uccidere i pesci e altre forme di vita marina.
Le due parti di BOD / COD sono:
  1. Biochemical Oxygen Demand (BOD): la quantità di ossigeno disciolto utilizzata dai microrganismi per abbattere (ossidare) naturalmente il materiale organico nell'acqua. Le misurazioni vengono effettuate a una certa temperatura (solitamente 20 ° C) per un periodo di tempo specifico (solitamente 5 e / o 20 giorni). I risultati sono forniti come mgO2 / l;
  2. Domanda chimica di ossigeno (COD): misura del consumo totale di ossigeno dell'acqua quando si rompe chimicamente (ossidando) tutto il presente organico e inorganico. I risultati sono forniti come mgO2 / l.
Più le cifre BOD e COD sono vicine, maggiore è la biodegradabilità di un prodotto. Quando si seleziona un prodotto, è necessario cercarne sempre uno che abbia un BOD / COD basso, cioè che sia facilmente biodegradabile nell'ambiente.






​Vanity Fire di ELENA LAMPERTI - P.IVA 09936240010 - Nr. REA MB-1913355
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